Il bilancio del progetto 5.30 Scuola

Addio divano, benvenuto movimento

 

Dopo sette anni di corse all’alba in giro per l’Italia, il progetto 5.30 è approdato a scuola. Una ventina di ragazze strappate alla pigrizia e aqqiate allo sport, insegnando loro ad alimentarsi correttamente. Scopriamo com’è andata.

Se finora il circuito di sgambate mattutine organizzate da Sergio Bezzanti e Sabrina Severi aveva coinvolto soprattutto lavoratori alla ricerca di una città libera dalle auto e dallo smog, il programma 5.30 Scuola si è rivolto a studentesse sedentarie, protagoniste di pomeriggi divisi tra compiti, divano e spuntini ricorrenti. Per il debutto dietro la lavagna è stato scelto l’Istituto Professionale Cattaneo Deledda di Modena, città d’origine di Sergio e Sabrina.

[icon image=”fa-signal”] Il progetto
Tre mesi di allenamento, preceduti da una valutazione preliminare del peso e del diario alimentare delle ragazze. E poi via: dalle tre alle cinque sedute settimanali, in parte in autonomia e in parte assistite dai professori Ginevra Vecchi e Roberto Bicego. Obiettivo a lungo termine: educare al movimento e alla corretta alimentazione. Obiettivo a breve termine: ben figurare alla tappa modenese del tour 5.30, in scena lo scorso 5 giugno.

[icon image=”fa-signal”] Tempo di bilanci
Entusiasmo e risate dilaganti. Qualche delusione e anche qualche strigliata. Tutto questo è stato il progetto 5.30 Scuola, animato da un gruppo eterogeneo ma coeso.
Superata l’eccitazione tipica di ogni partenza, si sono presentate le problematiche tipiche di un gruppo di adolescenti alle prese con verifiche e interrogazioni, traslochi e fidanzati, impegni familiari e visite mediche. Ma proprio saper rinunciare alla perfezione è ciò che Niccolò Fabi definiva “costruire”, giorno dopo giorno e silenziosamente. E Sabrina e Sergio sono due che a costruire sono bravi, prova ne è il successo dilagante del tour 5.30, quest’anno a quota quattordici tappe, di cui una all’estero: a Nottingham, in Inghilterra.

[icon image=”fa-signal”] Missione compiuta
Ad accogliere le protagoniste del progetto 5.30 Scuola è stato un vero bagno di folla, con una marea di oltre 7.000 magliette rosa riversate nel parco Novi Sad, per abbracciare idealmente la partenza e l’arrivo delle ragazze.
«Rispetto ai ritmi dell’allenamento, siamo andate molto più veloci! Per alcuni tratti abbiamo addirittura corso… incredibile, ripensando a quanto eravamo sfaticate!» esulta Chiara.
«In famiglia abbiamo dato il buon esempio: non soltanto i miei genitori hanno partecipato alla 5.30 di Modena, ma per tutta estate hanno preteso di accompagnarmi nelle passeggiate in riva al mare! E pensare che volevo camminare per starmene un po’ in pace…» ci confessa sorridendo Alessia.
Oltre alle pink ladies del progetto 5.30 Scuola, tantissimi gli studenti e i professori che hanno aderito all’iniziativa, ulteriore dimostrazione della buona riuscita della campagna di educazione alla vita attiva e alla corretta alimentazione aqqiata nelle scuole modenesi già nel 2009, grazie alla società sportiva dilettantistica Ginger, presieduta proprio dalla Severi.

[icon image=”fa-signal”] Che ne sarà di loro?
Erano partite per migliorare il proprio aspetto fisico e prendersi cura di loro stesse, ora gli allenamenti sono diventati un must. Settimana dopo settimana, il loro passo è diventato più sostenuto e il fiatone meno accentuato. La loro autostima è cresciuta e si sono sentite via via meno pigre. Leggiamo le ultime dichiarazioni delle ragazze.
«Mi sono abituata alla fatica e vivo ogni allenamento come una vittoria! Sono riuscita a perdere peso, eliminando i panini fuori pasto e le bibite gassate… con questo caldo però non chiedetemi di rinunciare ai gelati!» afferma ridendo Arianna. «Ho cominciato perché volevo dimagrire e ho scoperto una vera e propria passione! Ho aggiunto le verdure alla mia solita cena e dovrei ridurre un po’ pasta, pane e biscotti, ma questi piccoli cambiamenti non mi spaventano di certo!» solidarizza la Sabrina in miniatura.
«Ho imparato a correre, capendo quali sono il giusto ritmo e la giusta postura. Ho convinto un’amica a seguirmi negli allenamenti e adesso ci stimoliamo a vicenda: non stiamo più nemmeno un giorno senza correre o camminare!» annuncia trionfante Giulia.
«Non avevamo mai camminato così tanto… nemmeno quando andiamo in centro a fare shopping!» tuonano Chiara e Andreada. «Sono diventata velocissima e i vantaggi sono enormi: più tempo per truccarmi e più negozi in cui entrare a fare acquisti!» fa loro eco Anna.
«Mangiavo a tutto spiano e non muovevo un dito, nonostante fossero già in tanti a dirmi che correre permette di alleviare le tensioni e ritagliarsi un po’ di tempo per riflettere. Adesso invece mi sono appassionata, correre mi fa sentire importante.» conclude Federica.

[icon image=”fa-signal”] Sabrina Severi: parola di nutrizionista
Una sfida vinta
Il percorso con le studentesse del progetto 5.30 Scuola è iniziato con una richiesta scomoda: compilare con assoluta sincerità un diario alimentare che rispecchiasse una settimana tipo. Mentre controllavo loro il peso, le circonferenze e le pliche di grasso sottocutaneo, sentivo montare una grandissima stima per queste ragazze: si sono messe in gioco uscendo da un vortice fatto di insicurezze e propositi mancati.
Ho spiegato loro che, grazie agli allenamenti praticati con costanza, si sarebbero tonificate, guadagnando massa magra a discapito della massa grassa. Poi mi sono concessa il lusso di allenarmi con loro, nonostante avessi sempre i minuti contati.
Le ragazze prestavano poca attenzione a quello che mangiavano ma, pur nella loro improqqisazione, erano molto monotone, reiterando le stesse scelte alimentari nel corso dei giorni e delle stagioni. Ecco allora spiegato il consumo regolare di junk food e cibi molto energetici, soprattutto negli spuntini tra i corridoi della scuola o a inframmezzare pomeriggi noiosi. Anche il consumo di cibi a base di farina bianca, come panini farciti, pizza e dolci era molto elevato, al contrario della frutta, quasi inesistente, e della verdura, praticamente nullo.
A conclusione del programma, e lo dico con estrema soddisfazione, le ragazze sembravano invece aver recepito l’importanza di una dieta sana e di monitorare il peso corporeo nel tempo: siamo rimaste in parola di pesarci una volta al mese.
Hanno imparato a mangiare verdure: tutte almeno una porzione abbondante a cena, la metà di loro anche a pranzo.
Hanno ridotto il consumo di cibo spazzatura, ammettendo che la frutta fresca di stagione è un’ottima alternativa.
La maggior parte di loro si è impegnata a variare la propria dieta seguendo la stagionalità degli alimenti, assimilando così il concetto di dieta variata, oltre che salutare.
Trovo che progetti di questo tipo, un mix di teoria alla pratica in collaborazione con la scuola, siano i più efficaci. È uno dei più riusciti della mia carriera, sicuramente quello che ho amato di più.

Dalla rivista Correre di Settembre

Testo e foto
Francesca Grana